Il Genovesato nord-occidentale, comprendente i comuni di Mele, Masone,
Campo Ligure, Rossiglione e Tiglieto, confina a nord con la provincia di
Alessandria, ad est con la provincia di Savona ed a sud con il comune di
Genova.
Storicamente, questa regione, grazie alla sua posizione geografica, ha
rivestito un ruolo assai importante di collegamento tra Genova e l’Alto
Monferrato. Non a caso, in epoche passate, la valle Stura e la valle Leiro
avevano registrato una notevole espansione socio-economica sia come centri
di interscambio delle merci, sia come centri industriali specializzati
nella lavorazione del ferro. L’abbondanza di legname e di risorse
idriche sono stati i fattori essenziali che hanno favorito
l’insediamento di numerose attività artigianali e preindustriali quali
ferriere, fucine, cartiere, fornaci e vetrerie.
Grazie alla presenza di tali risorse naturali, nel 1906 il “Cotonificio
Ligure S.p.a. “ iniziò la sua attività in valle Stura. Lo stabilimento
di tessitura del cotone localizzato a Rossiglione rappresentò per tutta
la valle la maggior realtà economica del XX secolo.
Esaminando i dati statistici riguardanti la popolazione residente degli
ultimi trent’anni, possiamo notare un costante calo della popolazione
legato principalmente alla debole forza attrattiva esercitata dalle
condizioni economiche dei cinque comuni oggetto di analisi. Il decremento
demografico risulta essersi accentuato verso la fine degli anni Settanta e
l’inizio degli anni Ottanta, a causa, soprattutto, della chiusura dello
stabilimento di Rossiglione del “Cotonificio Ligure S.p.a.”, che ha
rappresentato un polo di notevole attrazione economica in termini di
manodopera. Infatti, i lavoranti provenivano non solo da Rossiglione e dai
comuni limitrofi, ma anche dalla provincia di Asti, Padova e Mantova. Il
perdurare del trend demografico negativo viene confermato anche
dall’andamento del movimento naturale e migratorio dei residenti. Nel
primo caso possiamo notare una modesta natalità ed una mortalità
piuttosto elevata, caratteristica che riflette una analoga situazione
anche a livello provinciale e regionale. Il saldo migratorio inizia ad
assumere valori negativi particolarmente consistenti a partire dagli anni
Settanta a causa della forte attrazione, in termini di forza lavoro,
esercitata dai grandi insediamenti produttivi della città di Genova. In
generale, si è verificata una parabola discendente della popolazione
residente unita ad un progressivo invecchiamento degli individui, e
l’emigrazione di soggetti compresi nella fascia di età fra i venti ed i
quarant’anni. Aprendo una parentesi sulla presenza degli stranieri nei
comuni oggetto di studio, notiamo il loro scarso peso sul totale della
popolazione residente, infatti rappresentano solo lo 0,4% dei residenti in
tutto il Genovesato nord – occidentale.
La qualificazione scolastica mediamente elevata è una delle particolarità
che caratterizzano i comuni oggetto di analisi. Il maggior numero dei
laureati lo individuiamo a Campo Ligure; al contrario, il minor numero dei
residenti laureati è registrato dal comune di Masone, caratteristica
strettamente legata alla struttura familiare dei suoi abitanti.
Più in generale. La flessione dei livelli di popolazione sembrano essere
direttamente imputabili al minor dinamismo della sua struttura produttiva.
Sotto il profilo della distribuzione della popolazione occupata nei tre
settori dell’economia, vediamo che, sia a livello provinciale che
comunale, si presenta una prevalenza della occupazione nel settore
terziario, mentre la percentuale di attivi occupati nel settore agricolo
si è ridotta notevolmente negli ultimi trent’anni.
Esaminando la struttura delle aziende agricole locali notiamo che esse
sono di piccole dimensioni e sono tutte a conduzione familiare. Le attività
agricole sono concentrate nella coltivazione e nello sfruttamento delle
risorse boschive, quest’ultima come attività collaterale a quella
agricola e zootecnica.
L’analisi dei settori economici ha confermato l’andamento negativo
degli occupati nell’industria manifatturiera. Infatti, nel decennio
compreso fra il 1981 ed il 1991, è calato il numero delle unità locali
nel ramo industriale ed in quello dei servizi. Nel 1996 viene registrato
un incremento delle unità locali e degli addetti nel settore secondario,
grazie alla presenza di piccole imprese industriali locali che hanno
incrementato la produttività in quegli anni. Le opportunità lavorative
maggiori vengono dalle aziende presenti nel capoluogo ligure, infatti, il
Genovesato nord – occidentale registra una debole forza nell’attrarre
occupati dalle zone limitrofe, dipendendo quasi esclusivamente da Genova.
Per questo motivo il fenomeno del pendolarismo della popolazione
residente, per motivi di lavoro o di studio, è aumentato nel corso degli
anni. Il mezzo di trasporto preferito per gli spostamenti quotidiani per
motivi di lavoro, è il treno. I comuni sono inseriti nella linea
ferroviaria Ge-Brignole – Acqui Terme e sono serviti dalle stazioni di
Rossiglione, Campo Ligure – Masone e Mele. Al secondo posto troviamo
l’automobile, utilizzata soprattutto dai tiglietesi per recarsi alla
stazione di Rossiglione, e dai melesi per recarsi alla vicina Genova.
Ricorrono al servizio pubblico soprattutto i giovani, i quali utilizzano
quasi esclusivamente il treno per recarsi a scuola e solo in misura molto
ridotta i mezzi extraurbani della società AMT di Genova. In sintesi,
risulta prevalente il pendolarismo in direzione del capoluogo ligure
rispetto a quello verso il Piemonte, mentre il pendolarismo in senso
opposto, cioè da Genova verso il Genovesato nord – occidentale risulta
praticamente irrilevante.
Da una analisi dei dati raccolti mediante l’indagine diretta, tramite le
interviste ai titolari di alcune aziende locali, è emerso che esse sono
di piccole – medie dimensioni, ad eccezione di alcune attività
localizzate a Campo Ligure ed a Mele. La manodopera proviene quasi
esclusivamente dal comune ove ha sede l’attività industriale, e la
conduzione è di tipo familiare, anche se in forma societaria.
Dal punto di vista delle dimensioni aziendali, in termini di numero di
dipendenti, la maggiore realtà analizzata è quella della azienda SIE
SOLARI S.p.a. di Mele che si occupa della produzione, realizzazione e
manutenzione di impianti elettrici e di automazione industriale.
L’attività maggiormente presente, in termini di numero di aziende
operanti, è quella dello stampaggio delle materie plastiche, infatti, vi
sono quattro aziende che sono inserite in questo settore. L’azienda
PIZZORNI s.a.s., con sede a Rossiglione, si occupa della produzione di
preforme per bottiglie e di secchi in plastica. L’azienda può vantare
molti clienti sia italiani che europei.
La realtà produttiva inserita nel settore agrozootecnico della
trasformazione, che è di grande importanza per l’intera valle Stura, è
rappresentata dall’impianto per la lavorazione del latte facente capo al
CONSORZIO DELLE VALLI GENOVESI, localizzato nel comune di Masone. Le
aziende che forniscono il latte sono circa 500 e sono localizzate in tutta
la provincia di Genova. Dall’inizio degli anni Novanta ha iniziato la
sua attività di impacchettamento del latte, e da pochi anni si occupa
anche della produzione di formaggi. Complementare al caseificio è il
macello sociale che ha iniziato ad operare agli inizi del 1998.
Il Genovesato nord-occidentale costituisce un “ corridoio ambientale”
per l’entroterra genovese e possiede alcuni punti di forza ed alcuni di
debolezza.
Uno degli elementi di forza è rappresentato dalla sua facile accessibilità
territoriale grazie al casello autostradale di Masone, ed alla linea
ferroviaria Genova – Acqui T. , con le stazioni di Rossiglione e Campo
Ligure – Masone e Mele. Per quanto riguarda il settore industriale un
importante fattore positivo, è rappresentato dalla disponibilità di
aree, potenzialmente utilizzabili per l’insediamento di nuove attività
di impresa, localizzate a Rossiglione ed a Mele. L’esistenza di
monumenti storici e la presenza del Parco Naturale del Beigua,
costituiscono le premesse per incentivare la crescita del settore
turistico.
Tra i fattori di debolezza si deve sottolineare lo scarso sfruttamento
delle suddette aree disponibili per lo sviluppo delle attività
produttive, ma anche la mancanza di mentalità turistica, ed agrituristica
della popolazione residente. Quest’ultimo elemento rappresenta uno dei
maggiori ostacoli da affrontare, in quanto evidenzia la mancanza di un
atteggiamento dinamico e aperto nello sviluppo delle relazioni con il
mondo esterno.
Tali componenti negative penalizzano notevolmente il rilancio economico di
questa area. Il perdurare della crisi industriale, soprattutto quella a
livello dell’area genovese, costituisce una grave minaccia per il nostro
territorio, in quanto aumenta la marginalizzazione e l’impoverimento del
tessuto produttivo locale. Inoltre, altro importante fattore negativo è
legato all’andamento demografico, in costante diminuzione, che evidenzia
un depauperamento della popolazione, soprattutto nella fascia giovane, con
una conseguente perdita di potenzialità economiche, e la crescita delle
problematiche connesse con l’invecchiamento degli abitanti.
Le potenzialità industriali maggiori sono da ricercarsi nei comuni di
Rossiglione e Mele.
Il comune di Rossiglione dispone di aree di notevoli dimensioni,
utilizzabili per l’insediamento di nuove attività produttive, che sono
rappresentate dai locali ristrutturati nei quali si svolgeva l’attività
del Cotonificio Ligure. Con lo stesso scopo, il comune di Mele, offre i
grandi spazi degli stabilimenti , ove operavano le vecchie cartiere
genovesi, che sono stati ristrutturati negli ultimi anni. Inoltre, Mele,
può beneficiare economicamente in misura notevole della sua maggiore
vicinanza al Porto di Voltri ed al tessuto produttivo della città di
Genova.
La valle Stura e la valle Orba sono dotate di considerevoli opportunità
nel campo turistico. Tra i fattori attrattivi , oltre alla dimensione
paesaggistica del territorio, viene posta in rilievo la qualità del
sistema delle relazioni sociali, correlata soprattutto ad un clima di
tranquillità..
Tali potenzialità sarebbero tali da consentirne una migliore
utilizzazione, grazie anche al fatto che la costituzione del Parco
Naturale del Beigua rappresenta un elemento di rilievo sotto il profilo
della valorizzazione delle bellezze naturali del luogo.
La valle Stura non ha praticamente mai avuto una vocazione turistica, al
contrario, Tiglieto, ha sempre manifestato una propensione per questo tipo
di attività. caratterizzandosi per il turismo estivo. e di seconde case..
In questo campo un fattore chiave di debolezza, che limita fortemente
l’ampiezza delle fasce stagionali di pratica del turismo, è l’aspetto
climatico. Le opportunità del Genovesato nord – occidentale sono
rappresentate da due fattori : uno di tipo economico – industriale e
l’altro di tipo economico – turistico.
Dal punto di vista dello sviluppo delle attività industriali locali,
l’elemento che potrebbe generare notevoli effetti positivi per una loro
ripresa economica è riscontrabile nell’espansione del terminal
container di Voltri.
Nel secondo caso, le risorse economiche sfruttabili, sono quelle
riguardanti la valorizzazione del paesaggio naturale. e dei monumenti
storici esistenti.
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